Wegkreuz
2019_today
IT
Con “Wegkreuz” Davide Perbellini affronta il tema della devozione popolare, soffermandosi sul fenomeno delle cosiddette “croci campestri”, cioè quelle edicole con crocifisso che si incontrano spesso nelle aree montane altoatesine e nelle zone limitrofe. Presenti talvolta con funzione funeraria e epigrafica, talvolta apotropaica, talvolta anche come semplici “segnavia” (come emerge in particolare dal loro nome tedesco “Wegkreuz”, letteralmente “croce di via”) esse rientrano in quel fenomeno che l’antropologa Emanuela Ranzetti ha definito come “grammatica della salvezza”: una forma di culto popolare di ampia portata, radicato nel territorio alpino, legato a un ideale di religiosità vissuto in modo spontaneo, accessibile, collettivo. Il racconto è affidato alla ripetizione della medesima iconografia, memore della serialità cara alla scuola di Düsseldorf, in scatti in cui la figura umana è assente ma continuamente evocata da diversi particolari, come la presenza di fiori freschi o, in uno degli scatti, il particolare della scaletta lasciata poggiata da qualcuno allo steccato per raggiungere più agevolmente la croce. Specializzato in fotografia di architettura, da diversi anni Davide Perbellini sta dedicando attenzione alle differenti modalità di rappresentazione del sacro: con “Wegkreuz” prosegue questa indagine, guardando alle modalità attraverso cui un ideale, quello appunto legato a una forma di culto, si è iscritto nella storia del territorio.
EN
With "Wegkreuz", Davide Perbellini addresses the theme of popular devotion, reflecting on the phenomenon of so- called "field crosses”: the roadside shrines bearing crucifixes often found in the mountains of South Tyrol and its neighbouring regions. These crosses are used for funerary and inscriptional purposes, for apotropaic purposes, or sometimes simply as "signposts" (as is evident from their German name "Wegkreuz", literally "way cross"). They are part of the phenomenon that anthropologist Emanuela Ranzetti has described as the "grammar of salvation": a form of widespread popular worship, rooted in the Alpine territory, linked to an ideal of religiousness lived in a spontaneous, accessible and collective way.
This is a story conveyed through a repetition of the same iconography, reminiscent of the seriality so dear to the Düsseldorf school, with shots in which the human figure is absent yet continuously evoked by various details—for example, the presence of fresh flowers, or, in one image, the detail of a ladder left leaning against a fence, used by somebody to reach the cross more easily. Specialising in architectural photography, Davide Perbellini has focused his attention on the different ways of representing the sacred for several years: with “Wegkreuz", he continues this investigation, looking at the ways in which an ideal, linked to a form of worship, has been written into the history of a territory.
Anna Zinelli
IT
Con “Wegkreuz” Davide Perbellini affronta il tema della devozione popolare, soffermandosi sul fenomeno delle cosiddette “croci campestri”, cioè quelle edicole con crocifisso che si incontrano spesso nelle aree montane altoatesine e nelle zone limitrofe. Presenti talvolta con funzione funeraria e epigrafica, talvolta apotropaica, talvolta anche come semplici “segnavia” (come emerge in particolare dal loro nome tedesco “Wegkreuz”, letteralmente “croce di via”) esse rientrano in quel fenomeno che l’antropologa Emanuela Ranzetti ha definito come “grammatica della salvezza”: una forma di culto popolare di ampia portata, radicato nel territorio alpino, legato a un ideale di religiosità vissuto in modo spontaneo, accessibile, collettivo. Il racconto è affidato alla ripetizione della medesima iconografia, memore della serialità cara alla scuola di Düsseldorf, in scatti in cui la figura umana è assente ma continuamente evocata da diversi particolari, come la presenza di fiori freschi o, in uno degli scatti, il particolare della scaletta lasciata poggiata da qualcuno allo steccato per raggiungere più agevolmente la croce. Specializzato in fotografia di architettura, da diversi anni Davide Perbellini sta dedicando attenzione alle differenti modalità di rappresentazione del sacro: con “Wegkreuz” prosegue questa indagine, guardando alle modalità attraverso cui un ideale, quello appunto legato a una forma di culto, si è iscritto nella storia del territorio.
EN
With "Wegkreuz", Davide Perbellini addresses the theme of popular devotion, reflecting on the phenomenon of so- called "field crosses”: the roadside shrines bearing crucifixes often found in the mountains of South Tyrol and its neighbouring regions. These crosses are used for funerary and inscriptional purposes, for apotropaic purposes, or sometimes simply as "signposts" (as is evident from their German name "Wegkreuz", literally "way cross"). They are part of the phenomenon that anthropologist Emanuela Ranzetti has described as the "grammar of salvation": a form of widespread popular worship, rooted in the Alpine territory, linked to an ideal of religiousness lived in a spontaneous, accessible and collective way.
This is a story conveyed through a repetition of the same iconography, reminiscent of the seriality so dear to the Düsseldorf school, with shots in which the human figure is absent yet continuously evoked by various details—for example, the presence of fresh flowers, or, in one image, the detail of a ladder left leaning against a fence, used by somebody to reach the cross more easily. Specialising in architectural photography, Davide Perbellini has focused his attention on the different ways of representing the sacred for several years: with “Wegkreuz", he continues this investigation, looking at the ways in which an ideal, linked to a form of worship, has been written into the history of a territory.
Anna Zinelli
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